sabato 9 febbraio 2013

L'ultimo voto (Cap. 2)

Ora accanto al letto di Maurizio erano rimaste solo le altre due persone. Anche il viso del secondo arrivato, poco cordiale, gli sembrò familiare. Dovevano avere intuito a cosa stava pensando, perché il primo visitatore disse: «Mi dica, signor Zadra, lei ha capito chi siamo noi?» «Beh, ecco… Effettivamente ho l’impressione che forse ci siamo già conosciuti, ma non ricordo dove.» Il secondo visitatore tagliò corto. «Il signore alla sua destra è il Ministro dell’Informazione, Mariani, di Slancio Vitale, a rappresentanza del governo, e io sono il responsabile per la mobilitazione unitaria di Assistenza e Cooperazione, a rappresentanza dell’opposizione.» Fece una pausa e disse il suo nome. «Sparini». “Cavoli”, fu la prima cosa che venne in mente a Maurizio, “è proprio vero che le persone vengono meglio, in tv.” Comunque disse: «Ah, ecco. Mi sembrava che i vostri visi… Però, scusate un attimo, come mai siete qui? Insomma, voglio dire, come mai siete venuti qui da me?» L’onorevole Sparini fece un grosso sospiro, ma non rispose; il Ministro Mariani, invece, sorrise bonariamente e disse: «Vede, caro Zadra, è successa una cosa davvero… insolita e assolutamente non prevedibile. Per certi versi anche piuttosto buffa, oserei dire, pensando a quanto ingegno e a quante risorse sono state spese per realizzare un sistema di votazione… perfetto.» L’onorevole Sparini, che probabilmente non apprezzava molto la ricerca delle parole adatte da parte del suo collega, manifestò una certa insofferenza. «Andiamo avanti, per favore», esortò. L’altro sollevò una mano e disse: «Lasciamo al signor Zadra il tempo di assimilare.» Maurizio era perplesso. Sarà stata colpa dell’incidente che aveva subìto, ma continuava a non capire che cosa stava succedendo. E infatti disse: «Scusate, ma non riesco a capire che cosa succede.» Il ministro Mariani sorrise in modo ancora più rassicurante. «Niente di grave, signor Zadra. Anzi, lei ha la possibilità, per non dire il privilegio… speciale, di poter fornire un aiuto prezioso al governo.» «Ah!», si lasciò sfuggire l’onorevole Sparini. A Maurizio sembrò che l’«Ah!» di Sparini avesse una certa valenza ironica, ma il Ministro dell’Informazione non gli diede tempo di rifletterci più di tanto, perché ribadì lo stesso concetto con ancora più forza: «Lei può dare un aiuto… irripetibile alla Federazione, caro signore.» «In quale modo?», chiese Maurizio, un po’ preoccupato. «Vede, per quanto la tecnologia possa affinarsi e diventare sempre più… esatta, la possibilità di un intoppo imprevisto, di una possibilità non calcolata, è sempre in agguato.» L’onorevole Sparini sbuffò di nuovo. «Insomma», concluse Mariani, «è capitato che il conteggio elettronico del voto degli elettori è andato in pari. Esattamente in pari.» Pausa ad effetto. «E quindi adesso ci troviamo tutti in una situazione molto imbarazzante. Di stallo totale.» Pausa di nuovo. «Non ho capito», ammise Maurizio, confuso. «Mi dispiace, ma non ho capito.» «Ma insomma, che c’è da capire?», sbottò Sparini. «Stia bene a sentire: il succo è che tre giorni fa ci sono state le elezioni politiche, con il conteggio dei voti in diretta, e alla fine dei calcoli, quando i cervelloni elettronici hanno dato i risultati totali, i voti per il governo e l’opposizione sono risultati esattamente uguali. Pari pari!»

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