Il ministro Vocescura
Da un anno e mezzo circa, quasi due, da quando era andato in pensione il vecchio Professor Tomoni, Sua Eccellenza Fosco Vocescura era il nuovo Ministro delle Scuole, ossia la persona a cui dovevano obbedire tutti quanti i presidi, i maestri e gli scolari di Pizzasparita.
D’aspetto, Vocescura era un uomo corpulento, con le braccia corte e con le spalle un po' curvate in avanti, il naso largo e a becco, i capelli neri piegati indietro con la brillantina, i baffi sottili e il pizzetto scuro. Amava il colore grigio, e i mesi caldi si vestiva sempre con giacche e pantaloni grigio chiaro; i mesi più freddi, invece, indossava solo calzoni e cappottoni grigio scuro. Portava inoltre dei grossi occhiali dalla montatura nera, che prima di tutto ingrandivano moltissimo i suoi occhi grigiastri e ovali, e in secondo luogo gli permettevano (o almeno così pensavano in parecchi) di leggerti la mente e i pensieri.
Il difetto più grande di Vocescura era che si arrabbiava molto facilmente, e ancora di più quando doveva controllare un sacco di carte e di rapporti che non riusciva proprio a sopportare. Si trattava di tutte le notizie che riguardavano le quattro scuole elementari più una complicata che si trovavano nell'isola: un elenco continuo di pasticci e lamentele.
Per fare un esempio, alla scuola di Primizia una volta si era rotto il rubinetto di un bagno, e un insegnante aveva deciso di pensare lui stesso alla riparazione.
«E’ una cosa da nulla», aveva detto il maestro di storia con noncuranza, dato che queste cose le faceva sempre, a casa sua. «Sostituendo un pezzo e stringendone bene un altro, tutto ritornerà ancora meglio di prima!»
Come risultato finale dell'intervento, il giorno dopo si era allagato tutto il piano terra della scuola, e la sala riunioni dei maestri si era riempita di gracidanti rane smeraldine.
Un’altra volta, invece, alla scuola elementare di Doppietta, dove si usava suonare la tromba all'inizio e alla fine di ogni ricreazione, era capitato che all'inizio dell'intervallo il bidello aveva suonato Taratà ta tà! per cinque volte come al solito, ma poi si era dimenticato la trombetta chissà dove. Di conseguenza molti bambini non ritornarono in classe come dovevano, e tre di loro che giocavano a “Nasconditi bene e scappa” furono rintracciati soltanto a tarda sera e solamente grazie a una capra da caccia portata da un genitore.
Quando seppe di questi episodi, il ministro Vocescura si arrabbiò moltissimo. Senza pensarci troppo, ordinò che al maestro della scuola di Primizia non venisse più dato lo stipendio fino a quando non avesse ripagato tutti i danni che aveva combinato, mentre per il bidello della scuola di Doppietta ordinò che fosse incatenato al portone d’ingresso con la tromba attaccata al collo e una sveglia gigante in mano, così da essere certi che suonasse sempre in modo puntuale.
Anche alla scuola di Quattrinia avvenne un guaio grave, che per Vocescura fu ancora più irritante degli altri due.
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